sabato 26 ottobre 2013

Quando l'attesa finisce...

 Le attese, nella pesca in generale, ma
soprattutto nel surfcasting, sono una componente difficilmente scindibile, l'attesa non è solo stare in spiaggia ad aspettare che una cima si inchini, l'attesa ti accompagna ogni giorno, è radicata nella mente, ti accompagna anche quando sei immerso in tutt'altro, quando sei distante, ti accompagna nei dubbi e purtroppo spesso nella frustrazione degli insuccessi, a volte il suo peso ti opprime, ma sai bene che è necessaria, è il seme dell'adrenalina, e si esaurisce ogni qualvolta senti quel sibilo a te familiare, proprio quel sibilo, che poi diventa sempre più intenso; è il rumore del vento che cresce e prende corpo, come la tua voglia di ritentarci ancora, di lasciarti alle spalle tutto, ed ecco che quell'attesa non è mai stata così godereccia.


Il surf non è solo grandi carnieri, prede da record e combattimenti mozzafiato, il surf è anche tutto ciò che viene prima e tutto ciò che viene dopo.
Può essere mille cose in una; adrenalina, emozioni, relax, e a volte, perchè no, anche rivalsa, rivalsa nei confronti di ciò che va storto, rivalsa nei confronti di chi non ci credeva, di chi ti guarda in cagnesco e sogghigna, di chi è rimasto indietro perchè non ha mai capito o perchè gli ha sempre fatto comodo così...ma poi sei lì e non esiste più niente, ci sarà tempo per dialogare con te stesso, ora devi farlo con lui: il mare, e non ha intenzione di aspettarti.
LUI, non ama gli invadenti, e se pensi di affrontare la questione di petto, non avrai neanche il tempo di realizzare, che ti avrà già stampato un montante su quel ghigno beffardo che ti porti dietro.

Chi legge si chiederà forse il senso di questa premessa, forse uno sfogo, forse mi sentivo di comunicarlo, non saprei, a monte di tutto, era veramente da tanto che non si riapriva il dialogo con il mare, non tanto a livello cronologico, quanto, forse, a livello di stati d'animo.
Dalla passata stagione c'è sempre stata qualcosa che non ci ha lasciati completamente soddisfatti, per non dire con l'amaro in bocca, alla fine non possiamo biasimarci, il surf ha i suoi tempi, non si può pretendere che li adatti ai tuoi, ma per quanto siamo all'inizio, la situazione sembra comunicarci che finalmente ci siamo, se non altro come condizioni meteo...

Abbiamo cinque giorni di scirocco costante, che varierà di poco la sua intensità, una bella montata, ma non distruttiva, vento che non supererà F5, con un'altezza d'onda che raggiungerà come apice i 2 metri nella fase più energica, ma che si manterrà ,per la maggiorparte della mareggiata, costante sul metro e mezzo.
Tutto ciò ci pare abbastanza positivo, oltre che a rivoltare bene il fondo, speriamo spazzi qualche vecchio deposito ormai cementato, dovrebbe dare tutto il tempo al pascolo di mettersi in moto e di innestare quel giochino che a noi tanto piace.

In costante contato con Stefano (SardiniaWest), anche lui sta attentamente monitorando la situazione, ed avendo valutato che il mare dovrebbe scadere in maniera abbastanza brusca, decidiamo di comune accordo di affrontare la mareggiata il giorno prima della scaduta, praticamente una fase costante, e visti i segnali incoraggianti avuti da lui in un'uscita precedente, pensiamo che il targhet possa essere composto principalmente da sparidi.

La stagione calda è stata piuttosto avara di serra da queste parti, e se i dentoni non ci riservano qualche tiro mancino durante la stagione, sì può ritenere una nota più che incoraggiante.

Martedì è dunque il giorno prescelto, si parte presto in modo di valutare con calma la situazione, alla 16 siamo già in spiaggia, Stefano ci raggiungerà poco dopo insieme a Fabrizio, una nuova leva del surf, che con Stefano come maestro e la sua buona capacità di apprendimento, si prospetta un futuro più che roseo.

Arrivati sul posto, la prima cosa che notiamo è che la spiaggia sembra abbastanza affollata, fortunatamente si tratta di turisti e qualche surfista che abbandoneranno la spiaggia poco dopo il nostro arrivo, ma in ogni caso abbiamo tempo, la fretta non è mai foriera di buoni consigli.

Il vento è piuttosto sostenuto e rafficato, seppur non di fortissima intensità, capiamo subito che non ci renderà certo la vita facile, a parte questo, lo stato del mare sembra veramente interessante, ci sarà d'ulteriore aiuto la luna quasi piena, che contribuirà a mantenere il mare su valori accettabili di affrontabilità.

Escludiamo subito una parte di spiaggia alla nostra sinistra vista la presenza di numerosi banchi vecchi, oltretutto non proprio semplici da oltrepassare, ci concentriamo su un settore che presenta un bel canale paralelo piuttosto vicino, qualche deposito inframmezzato, in continua evoluzione, in cui l'onda frange, ma non esplode, creando belle schiumate, con finestre che si aprono e si chiudono costantemente.

Iniziamo a sondare il fondo con una canna con solo piombo, proviamo inizialmente con 180 grammi, sembra tengano piuttosto bene, oltre il deposito il fondo è aperto il tanto giusto, il cono fa presa, ma non si insabbia eccessivamente, a questo punto non ci resta che montare i travi, innescare, e iniziare l'azione di pesca.
Il parco esche sarà composto principalmente da seppia e una manciata di granchi, nel caso il mare dovesse scendere, da sfoderare all'occorrenza.

Come montature, io ho adoperato in entrambe le canne, uno short rovesciato da circa un metro, un metro e 20, su 0.40 fluorocarbon e Riccardo long arm rovesciato su una canna e pater noster sull'altra, gli ami saranno dei b980 del 4 per me, e beack del 2 sul long arm rovesciato di Riccardo.

Nel frattempo Stefano e Fabrizio ci raggiungono in spiaggia, ma decidono di spostarsi parecchio lontano dalla nostra postazione in cerca di un altro settore allettante, ci terremo in contatto telefonicamente.

Già da i primi recuperi, possiamo notare massiccia presenza di minutaglia, questo ci richiederà controlli frequenti e continui rinfreschi di esca.
Nel mentre ci giunge notizia, tramite Stefano, che Fabrizio ha spiaggiato una discreta oratella sui 700 grammi, un ottimo esordio per Fabrizio e un segnale che ci lascia ben sperare.

Tra un controllo esca e l'altro, il tempo passa e anche il sole cala, l'attività della minutaglia rimane costante, incredulo spiaggio una una micro mormora, che riprende subito la via del mare, poco dopo Riccardo nota un'energica vibrazione su una delle due supermatch, segue una spiombata, recupera un saragotto di circa due etti e mezzo, anche questo verrà riaccompagnato nel suo elemento.

La fiducia inizia a crescere, il mare è vivo, il vento sembra essersi leggermente affievolito, il mare si regolarizza ulteriormente, ogni tanto si nota anche qualche mangiata, sicuramente sono sempre saragotti che voracemente attaccano le strisce di seppia...questa situazione quasi mi infastidisce, i recuperi iniziano a diventare troppo frenetici, le esche durano appena pochi minuti, da una parte ciò mi conferma che il settore è fertile, ma non è piacevole stare con l'assilo che il mio amo stia lavorando ripulito dall'esca...
A questo punto l'unico rimedio è aumentare il volume dell'esca, sperando di aumentarne l'autonomia, e magari renderla più visibile a qualche pezzo più interessante.
Detto fatto, dopo aver lanciato l'innesco, mi avvicino verso la seconda canna per il consueto controllo esca, nel mentre, con la coda dell'occhio, tengo d'occhio quella appena lanciata, noto che la cima non sta più in tiro, non ho fretta, finisco di recuperare e rilancio, mi dirigo poi verso la canna in bando, non essendo il bando eccessivo, inizialmente penso a qualche brutto scherzo della corrente, anche se non nascondo un po' di perplessità, il piombo ha sempre fatto presa e la cima ha assecondato il mare egregiamente.
Inizio a sentire una certa resistenza, inizio a pensare ci sia qualcosa dall'altra parte, ma sarà il gradino a levarmi ogni dubbio, arrivato in prossimità di questo si impunta, opponendo una discreta resistenza, ormai i metri che ci separano sono sempre meno e complice l'onda giusta, eccolo adagiato sul bagnasciuga.
Ho gli occhiali totalmente appannati dalla salsedine, non riesco a mettere a fuoco l'immagine, intravedo una sagoma tozza e argentea, lo afferro per portarlo al sicuro, mi levo velocemente gli occhiali, ecco, ora siamo pronti per le presentazioni, lui mi guarda con un mezzo ghigno, tra il meravigliato e l'infastidito, io capisco dal colore della sua dentatura che sicuramente il durbans non è mai stato tra le sue abitudini giornaliere..
E' un bellissimo sarago maggiore chilare, e per scusarmi della mia invadenza, mi riscatto invitandolo ad accomodarsi nel confortevole secchio che precedentemente ho riempito di acqua di mare, sì, il secchio e i miei stivali...ma l'adrenalina è ormai entrata in circolo, sopporterò abbastanza piacevolmente




 Sono circa le 21:40,informo subito Stefano, che contento ci comunica che anche dalle sue parti è presente attività, suppur ha dovuto lottare con diversi treni di alghe, assisterà a diverse spiombate, che però, sfortunatamente non andranno a buon fine...probabilmente orate... Poco dopo spiaggerà una spigolotta sugli 850 grammi.

Sono ormai le due, Stefano e Fabrizio decidono di smontare vista la situazione alghe e visto che l'indomani la sveglia suonerà presto, io e Riccardo decidiamo di insistere, nonostante il vento abbia ripreso intensità e abbia gonfiato ulteriormente il mare.

Il frangente si allontana sempre di più, il fondo inizia gradualmente a chiudersi, piano piano sta iniziando a diventare un frangente unico, anche l'attività dei piccoli grufolatori sembra essersi notevolmente attenuata, cerchiamo di resistere finchè possiamo...
Superare il frangente o lanciare in prossimità di esso sta diventando un'impresa sempre più ardua, i coni difficilmente riescono a raggiungerlo, Riccardo decide dunque di giocarsi l'ultima carta; monta uno spike da 6 once e pendola alla massima distanza possibile, è l'unico modo per guadagnare qualche metro in più, è l'ultima risorsa prima che il mare ci mandi definitivamente a casa.
Sembra che lo spike rimanga ben ammarrato, la cima è ben in tiro, tutto sembra svolgersi in maniera corretta, e visti i controlli sempre meno frequenti, ci possiamo concedere una pausa per dissetarci e bere un po' di caffè, viste le energie consumate ci sarà di supporto.
Non passerà molto tempo, Riccardo mi segnalerà una tocca con conseguente spiombata, ci dirigiamo verso la canna in questione, è in credibile come la lenza si sia disposta parallela alla batigia verso sinistra controcorrente, inizia il recupero, Riccardo nota una certa resistenza, la lenza uscita è parecchia, durante il recupero mi comunica le sue sensazioni, non è totalmente sicuro di cosa può essere accaduto, o forse per scaramanzia non si vuole pronunciare totalmente, finchè giunto al gradino esclama: "qui c'è pesce!!"
Velocemente mi avvicino alla battigia, è una bella regina, la afferro e gliela porgo, siamo felici, abbiamo scappottato entrambi, ma sopprattutto, l'ultima carta, ormai disponibile, si è rivelata vincente.
vorremo insistere, ma l'evoluzione del mare, ci comunica inequivocabilmente chhe è arrivata l'ora di deporre le armi, il frangente è ormai completamente chiuso, sono le 3:30di mattina, la stanchezza inizia a farsi sentire...
Andiamo via soddisfatti, dopotutto, è la prima di stagione, non poteva andare meglio, si ripercorre la via del ritorno e.... riinizia l'attesa.



Nessun commento :

Posta un commento