martedì 25 novembre 2014

Seaguar Red Label Fluorocarbon

Nella nostra ricerca di un buon fluorocarbon da usare per i nostri finali da surf, ci siamo imbattuti nel Berkley Trilene, che abbiamo avuto modo di presentare in questo spazio, decantandone le qualità sopprattutto dal lato del rapporto qualità-prezzo.
Purtroppo il canale dal quale ci approviggionavamo di quest'ultilmo è arrivato ad un inesorabile esaurimento scorte, girovagando sul web, abbiamo dovuto tristemente rassegnarci sull'impossibilità di reperilrlo al solito prezzo da super offerta, viene ifatti proposto a cifre più che doppie di quello a cui eravamo abituati, al quale oltrettutto vanno aggiunte le spese di spedizione.
A questo punto ci siamo rimessi in moto per trovare una valida alternativa, non solo ci siamo riusciti, direi che abbiamo scovato un prodotto ancora superiore, ad un prezzo assolutamente conveniete e lo abbiamo trovato in casa del re dei fluorocarbon: Seaguar!
Seguar è un must nel campo dei fluorocarbon, il Seaguar 130, pur essendo un pecursore in questo campo, rimane ancora nell'olimpo dei fluorocarbon, purtroppo è reperibile a prezzi veramente competitivi solo nel mercato giapponese, siamo rimasti invece incuriositi dal nuovo Red Label, 175m di 0.40, convenientissimo, sopprattutto se confrontato con altra robetta superpatinata che gira nel web o negli scafali dei negozi.
Il Red, è consigliato come finale da spinning, per la pesca in spot intricati e ricchi di ostacoli, contesto nel quale spicca per la sua rigidità e resistenza alle abbrasioni, ciò che in realtà si fa apprezzare anche nel nostro campo.
Le prime prove hanno subito confermato la bontà del prodotto, rigido quanto basta, ma pastosissimo al nodo, si è comportato egregiamente lavorando sotto la turbolenza, senza aggrovigliare, le poche volte in cui  è successo (non per colpa sua), sono sempre state situazioni risolte con estrema facilità ed è bastata una stirata per riottenere un finale perfettamente liscio e operativo ... insomma un concentrato di qualità Seaguar a prezzi umani, dunque il verdetto parla chiaro:
assolutamente ottimo!

martedì 21 ottobre 2014

Quando calienta el sol



Mi ero promesso di scrivere qualcosa sul come abbiamo affrontato la pesca all'orata durante la stagione estiva appena trascorsa, aspettavamo di chiudere con qualche uscita autunnale per concludere il bilancio, ma dato che non c'è stata occasione sia per il tempo a disposizione sia per il fatto che la stagione del surf, ormai alle porte, vede le nostre mire spostarsi su alti contesti, decido di stilare ora un piccolo resoconto sulle uscite fatte nei mesi di agosto-settembre.
Durante la bella stagione, la fantasia del surf caster viene messa a dura prova, sia per le mutate condizioni climatiche, sia per la difficoltà nel ritagliarsi un agolo dove esercitare indisturbati la propria passione, vista l'orda di bagnanti che invade le nostre spiagge per gran parte della giornata, costringendoci a rivolgere i nostri tentativi solo in notturna.
Eppure, ci sono specie che non disdegnano le alte pressioni e le condizioni di calma piatta, una su tutte la regina degli sparidi, "sua maestà l'orata".

lunedì 22 settembre 2014

Risalendo la catena alimentare...

Durante la bella stagione, sì dimenticano per un po' le nottate tra le onde e sotto il vento, anche il surfcaster più incallito, se non vuole appendere le canne al chiodo, è costretto a piegarsi all'evidenza e ripiegare sulla pesca a fondo, non per questo sì è costretti ad abbandonare la filosofia della ricerca del pezzo di taglia, cambiano le condizioni, ma non gli attrezzi e lo spirito.
Escludendo la paf all'orata in diurna, (argomento che affronteremo prossimamente) la proliferazione sempre più massiccia di questo formidabile predatore, quale il pesce serra, entrato ormai prepotentemente nel target delle prede da surf e da paf, ha portato schiere di appasionati a dargli una caccia agguerrita.

venerdì 21 febbraio 2014

Shimano Aspire 130 M: Una piuma di potenza



La serie Aspire in due pezzi vanta diversi modelli, di lunghezze e potenze variabili, sviluppate per il mercato britannico, sotto la collaborazione del noto long caster Peter Thain.
Purtroppo questi modelli sono ormai fuori produzione, sebbene è possibile trovare, con qualche difficoltà, delle rimanenze di magazzino o scavare nel mercato dell'usato, cosa non facile,dal momento che, chi la possiede se ne guarda bene dal liberarsene.
In questo articolo voglio presentarvi la 130 M, che posseggo ormai da diverso tempo, di questo modello era disponibile anche la versione da 14 ft, e la 14 ft MPT, nella quale "PT" stanno a identificare le iniziali del suo progettista, Peter Thain appunto.
Veniamo ai dati tecnici.
La canna è lunga 13 ft (3,96 m), composta da sue sezioni simmetrico che si congiungono tramite innesto a spigot, i materiali sono di primordine, carbonio alto modulo XT300, e come indicato sul fusto, a basso contenuto di resina (Low content resin), proprio grazie a questa tecnica costruttiva, simile a quella adottata successivamente da Century nella serie HPR (High Performance Resin), il fusto è dotato di una leggerezza sbalorditiva per una 8 oz di tale livello, appena, circa 540 gr. , questo dato salta subito all'occhio una volta presa in mano, tanto che si rimane quasi perplessi da tanta leggerezza, è sufficiente frustarla a vuoto per rendersi conto della risposta secca e reattiva.
L'azione è spiccatamente J curve, il manico è piuttosto duro, è conico, sopra la guaina, oltre la greca, di diametro di circa 23 mm.
Le sezioni sono raccordate splendidamente, con grande continuità, fino alla cima, che pur essendo full carbon, mantiene comunque le caratteristiche di match, ma collabora con l'arco, garantendo un recovery tip eccellente.
La componentistica è di primordine, anelli Fuji Sic gun smoke, le legature, con sotto anello, sono ben eseguite, anche se un po' ciccione, si avrà sicuramente beneficio, come farò io in seguito, a snellirle, rendendole sicuramente più in sintonia con l'eleganza del fusto, un lavoro già eseguito da mio fratello per la coppia di un amico, con ottimi risultati, sia estetici che di peso, sono stati eliminati una decina di grammi dalla cima.
A sinistra il risultato dopo il rebuilding

 

La canna si adatta benissimo a tutti gli stili di lancio con rotazione, sia ground che aerializzati, sicuramente necessita di una buona tecnica di base, tuttavia non è ostica, con qualche accorgimento sul timing, vista la sua rapidità, si possono apprezzare doti balistiche veramente eccezionali per una canna da pesca, che è in grado di gestire dai piombi più leggeri a quelli più pesanti, garantendo sempre una risposta secca e ottime distanze, nelle mani migliori, è stata in grado di fruttare oltre 240 metri con i 150 grammi in pedana, colpiscono anche i 217 metri con 75 gr., questo conferma come tutta la canna, compresa la cima, resistuisca potenza al piombo.
In pesca non teme grossi inneschi e piomboni, rapida, ma anche potente, e dotata di un nerbo che gli permette, all'occorezzenza di gestire grosse matasse d'alghe e di scalzare piombi da tenuta senza alcuna difficoltà, il peso irrisorio è un'ulteriore vantaggio in queste situazioni, del quale il pescatore non potrà che giovare.
La cima asseconda i treni d'onda e segnala le tocche egregiamente, è una vera è propria canna da surf, ma le sue capacità balistiche, la sua leggerezza e sensibilità, non la fanno sfigurare nella paf a lunga distanza, ovviamente qualora si ambisca a prede di taglia.








Una vera fuoriclasse nella sua categoria, uno strumento che si fa apprezzare nelle mani del surfcaster evoluto, dispiace che la Shimano non abbia proseguito su questa strada, indirizzando i nuovi progetti ad un mercato, sicuramente più eteronegeneo, ma perdendo quella fetta di utenti amanti delle rip in stile UK.


giovedì 6 febbraio 2014

Soluzioni da distanza

Ogni buon angler avvezzo all'uso di rip&rot e lanci arealizzati, detiene di certo nel suo rig wallet, una scorta di travi dedicati, l'attaco alto, che sia short o long arm, è di sicuro la soluzione preferita per la sua duttilità e poliedricità, sebbene non manchino sistemi ad hoc, per l'attacco basso o travi a due finali come il paternoster.
In queste righe illustrerò il mio metodo per realizzare un trave ad attacco alto, che può diventare short o long arm, grazie a riposizionamento degli snodi all'altezza voluta, munito di bait clip e ammortizzatore.
La realizzazione è semplice, ma il risultato finale è piuttosto sobrio e pulito, dotato di ottima aerodinamicità.

lunedì 3 febbraio 2014

Dal tramonto all'alba: magie di surf

31-01-2014/01-02-2014.
Anche questa volta seguiamo l'evoluzione di una mareggiata di maestrale piuttosto imponente nel suo picco massimo d'intensita, dall'analisi del meteo apprendiamo però che la scaduta sarà molto rapida, troppo per poterla gestire al meglio, decidiamo quindi di anticiparla, iniziando la battta in fase costante, la scaduta è prevista a tarda notte, e già alle prime luci dell'alba i giochi potrebbero essere chiusi.
Dati alla mano, la fase costante pre-scaduta, dovrebbe essere affrontabile, il nucleo di perturbazione che alimenta la mareggiata si sposterà a sud, dovremo iniziare con circa 170cm d'onda e vento F5, che andra poi a calare ad un F3 intorno alle 22, e l'altezza d'onda assestarsi a 120cm, ottimi per la spiaggia medio-bassa che abbiamo intenzione di battere.
Durante il viaggio discutiamo sulle eventuali incognite che ci si potrebbero presentare, quella della alghe è una di queste, giunti in loco infatti, i nostri timori diventano realtà, la presenza di quelle maledette, è a dir poco massiccia, al parcheggio notiamo che altri arrivati con le nostre stesse intenzioni, fanno dietrofront, in effetti lo scenario a prima vista non è incoraggiante, ma se le nostre valutazioni si confermeranno esatte, una volta calato il vento e assestatasi la situazione, la corrente dovrebbe spazzarle verso sud, sono solo le 14, abbiamo tempo, decidiamo quindi di scegliere il settore, montare la postazione e attendere pazientemente.

martedì 28 gennaio 2014

Bait Clip evolution

Il concetto sul quale si basa il funzionamento del bait clip e il contesto nel quale si rende indispensabile il suo utilizzo, è cosa nota a tutti gli angler evoluti, si è partiti dal primitivo gancetto in acciao, tuttora valido, allo sviluppo di sistemi più elaborati, studiati appositamente per migliorare la resa di questo accessorio e per aumentare ulteriormente le percentuali di sgancio.
Premesso che le cause più comuni di sganci non andati a buon fine, sono da ricercarsi nell'esecuzione errata del lancio, in particolare, lanci bassi e tesi, che non permettono al trave di afflosciarsi allimpatto con l'acqua, rilasciando l'amo.
Le soluzioni di nuova concezione, diminuiscono notevolmete, i gap lasciati dal vecchio semplice gancetto, sopprattutto nei casi in cui il lancio, non è stato effettuato con tutte le cure del caso, l'innovazione fondamentale di questi sistemi, seppur differenti come disegno e forma, è riconducibile ad un elemento comune, un un meccanismo che all'impatto con l'acqua si aziona favorendo l'espulsione dell'amo.

giovedì 23 gennaio 2014

Quella speranza oltre l'onda

21/22-01-1014.
Scaduta, generata da una mreggiata di maestrale F6 iniziata il 20-01, con un picco di oltre 4m d'onda nella giornata del 21-01... Potevamo forse mancare?
Probabilmente si, visto gli impegni lavorativi, ma con un pizzico di fortuna e l'aiuto degli agenti atmosferici (pioggia), riusciamo a partire arrivando a destinazione prima che cali il sole.
Fattore quest'ultimo, estremamente importante, dato che giunti in loco, rileviamo la presenza massiccia di alghe che viaggiano da destra verso sinistra in banchi più o meno compatti e abbastanza estesi, alcuni settori, perartro interessantissimi, ne sono completamente saturi.
La scelta cadrà su un rettilineo,dove sembra le chiazze scure paiono meno dense e si alternano a qualche momento di tregua.
Si inizia a sondare con non poca difficoltà, unico settore che permette un azione di pesca quasi regolare, è il gradino, mentre nel primo canale e oltre il banco, lo spazio operativo si riduce drasticamente.

Il mare sembra comunque respirare bene, la speranza è che la corrente, spazzi prima o poi i fastidiosi banchi di poseidonia morta, ma la situazione è in continuo mutamento cerchiamo di sfruttare al meglio le chiazze di "pulito", la luce del giorno in questo, si rivela assolutamente determinante, cerchiamo di memorizzare più dati possibile, dato che questa opportunità non ci verrà concessa a lungo, con il buio se la situazione non evolve a nostro favore, sarà tutto più difficile.

venerdì 17 gennaio 2014

Berkley Trilene Fluorocarbon

Da quando ho scoperto le qualità del fluorocarbon, non sono più riuscito a farne a meno, non tanto per le presunte doti di invisibilità, che a surfcasting reputo ininfluenti, quanto per la rigidità, che a surf spesso fa la differenza tra un finale perfettamente operativo e uno fuori pesca.
Sul mercato ormai ogni casa produttrice, ha in catalogo fili di questo tipo, la scelta è ampia , alcuni più o meno validi, pochi in verità definibili eccellenti, si restringe notevolmente il campo, invece, se si valuta il rapporto qualità-prezzo, data l'usura alla quale sono sottoposti i nostri finali, visto il contesto abbastanza gravoso, in cui si trovano ad operare, mi è sembrato un pò eccessivo spendere un patrimonio per 30m di fluorocarbon, che nella migliore delle ipotesi a me personalmente non durerebbero più di metà stagione.
Cercavo un prodotto che mantenesse le qualita intrinseche di un fluorocarbon, ma che non sfondasse le valvole dei miei lacrimatoi al momento di aprire il portafoglio...

giovedì 16 gennaio 2014

Nomadi delle sabbie



Scrivere un report a volte non è facile, non è facile non scadere in un freddo resoconto o nell'inutile ostentazione di una cattura, non lo è neppure coinvolgere il lettore, trascinarlo, per un attimo, in spiaggia con te, renderlo partecipe delle tue riflessioni, delle sofferenze e delle gioie di un'uscita a surfcasting.
Gli agenti atmosferici avversi, le estenuanti camminate ,carichi come muli nella soffice sabbia, dove ogni passo ha il peso di un macigno, l'altalena delle cime sballotate dal vento e dalle onde, quasi una partitura ritmica che solo il brusco arrivo del nostro avversario riesce ad interrompere, le pause, le fatiche, i premi...

lunedì 13 gennaio 2014

Kamasan B900c

Nella giungla di marche e modelli, studiati per il surfcasting, non sempre è semplice destreggiarsi, è necessario innanzi tutto aver chiaro in mente cosa effettivamente si sta cercando, questo dipende dal contensto operativo, non chè dai gusti personali, che si sa, sono sempre un qualcosa di molto soggettivo.
Il beack è sempre stato protagonista nelle mie battute, per via della sua robustezza e affidabilità, ma ho spesso rimpianto la leggerezza e la naturalezza offerta dall'aberdeen, sopprattutto alle prese con alcuni tipi di innesco, purtroppo spesso accantonato per via della sua fragililità nelle situazioni più gravose.
Mi sono imbattuto in diversi modelli di uptide, finchè grazie all'amico Stefano, non mi è stato presentato il Kamasan B900c, egli mi ha illustrato e decantato ampiamente le qualita di questo uncino, che dalle immagini, pare finalmente essersi materializzato l'oggetto della mia ricerca.

martedì 7 gennaio 2014

Esca giusta, nel punto giusto, al momento giusto


                                                            Giovedì 2 gennaio.

La stagione è nel vivo, ma il caos delle feste, ci ha tenuto lontano dalle spiagge, non sono mancate certo condizioni interessanti, ma il pienone riversatosi nella maggior parte degli spot validi, non ha certo contribuito ad alimentare la nostra determinazione.
Non abbiamo mai smesso di monitorare il meteo e si preannuncia una montata che segue a breve da una scaduta, una condizione allettante, dato che il mare mosso da libeccio, non salirà bruscamente, ma si manterrà per il giorno stabilito e quello successivo su valori costanti di circa 1 metro e 20 d'onda, alimentato da una fascia al largo di circa 1 metro e 70.
Si pranza e senza perdere tempo e si parte, un salto in pescheria per procurare le esche, sarà l'unica tappa a interrompere il viaggio verso la destinazione.