martedì 14 luglio 2015

Forma Mentis

Il surf ha i suoi tempi, si sa, non lo si può forzare, non lo si può piegare al nostro volere, ogni tentativo di voler uscire dai binari si rivela sempre fuorviante, la strada è quella, non son previste scorciatoie, sempre che non si voglia scantonare dalla buona fede, ma al surf queste libere interpretazioni non piacciano, il surf deve rimanere surf e noi che al surf dobbiamo tanto, lo rispettiamo e ci adeguiamo.
Le onde cullano e crescono il surfcaster, è nelle onde che egli cerca la sfida, spesso queste gli si concedono, donandogli i frutti che segretamente celano all'interno.
E' un rapporto simbiotico, le onde stanno li, seguono il loro naturale decorso, non aspettano il pescatore, è il pescatore che aspetta loro, pensa e si muove, gode o soffre tramite esse, ma quando queste non si concedono, tornando ad assopirsi nella placida superficie del mare?
Quando il surf sia allontana, il surfcaster svanisce nella quiete del mare cristallino? Si astrae in una sorta di letargo dionisiaco?