venerdì 6 novembre 2015

Surfcasting Open: Buona la prima...

Quando i mesi passano lontano dal surf, da una parte, il desiderio si fa sempre più assillante, dall'altra, l'entusiasmo, ma anche le ansie e le aspettative.
Solitamente,quando preparo una battuta, cerco di concentrarmi sull'analisi dei dati meteo, ai quali accompagno le mie valutazioni e ragionamenti sulla scelta dello spot e dell'opportuna strategia.
Cerco di lasciare , in questa fase, il lato emotivo più fuori possibile, ma è inevitabile che, soprattutto, dopo tutto questo tempo fuori dai giochi, lo sguardo si distolga dalla razionalità e punti per qualche attimo verso le stelle. Mi autoproibisco di lasciar libera la mia mente di vagare tra onde perfette e prede da sogno, ma più mi impongo di non pensarci e più non pensandoci ci sto pensando.

Meglio tornare alla realtà, meglio pensare di riprendere confidenza con le vecchie abitudini, dopotutto è la prima mareggiata della stagione che ho finalmente l'opportunità di affrontare e per giunta in uno spot poco propenso ad elargire frutti gratuitamente.
Lì le partite si giocano sempre sul filo del rasoio, spesso si vincono al 90esimo o addirittura ai supplementari, ma solo se si giocano bene dall'inizio, altrimenti si torna a casa a capo chino a leccarsi le ferite. Ed è proprio dall'inizio che noi tenteremo di giocarcela questa partita.
Il meteo è dalla nostra parte, è da diversi giorni che lo seguiamo e non sembra ci siano stati stravolgimenti negli aggiornamenti odierni, anzi, notiamo con piacere che il vento di levante spira ancora quando le previsioni lo davano ormai completamente assente, questo dovrebbe posticipare di qualche ora la scaduta, allungando gli spazi operativi.
Martedì 3 novembre, si parte in direzione stabilita, purtroppo, per cause di forza maggiore, non abbiamo a disposizione il nostro veicolo, dobbiamo escludere quindi le nostre tipiche tappe di controllo delle spiagge di quel determinato tratto di costa, ma siamo obbligati a partire con le idee ben chiare.
Arrivati a destinazione, le condizioni del mare sono quelle che ci aspettavamo, e forse un tantino oltre, questo non può che giocare a nostro favore, abbiamo tutto il tempo per gestire l'eventuale evoluzione.

Il mare è ancora costante, ma affrontabile, io e mio fratello scegliamo un bel rettilineo inframmezzato, l'ultimo frangente è ancora al limite del raggiungibile, un po' per la distanza, ma soprattutto per il vento che ci ostacola non poco, tuttavia, non dovrebbe essere un grosso problema, non è un frangente continuo, tale da chiudere un eventuale entrata del pesce, il primo canale è ampio e ben scavato, il sondaggio con il piombo ce lo rivela subito, il fondo si fa più aperto in prossimità del banco, tuttavia, non si infossa eccessivamente, si sta in pesca agevolmente con piombi da 175 grammi, sia con i coni che con gli X-Bomb, una zavorra di nostra progettazione, che stiamo testando con successo , che avremo modo di illustrare prossimamente su questi schermi.
Il parco esche è composto da: calamaro, granchio e gambero. Abbiamo dovuto rinunciare ad alcuni must come il cannolicchio, che non siamo riusciti a reperire purtroppo...Per quanto il parco esche sia ridotto, è quanto di meglio siamo riusciti a disporre al momento.
Iniziamo subito a sondare le fasce con calamaro e gambero, spediti in acqua su long arm alti e doppi short, l'attività inizialmente non sembra massiccia, solo il gambero torna a riva talvolta mal ridotto, ma c'era da aspettarselo vista la natura di questa esca, comunque l'azione procede tranquillamente, il vento ancora non molla, ma non è fortissimo e dovrebbe calare nel corso della nottata, ancora non rileviamo segnali significativi ma confidiamo nel calasole e nelle ore succesive al cambio di luce.
Le ore passano tra controlli, cambi di esca e sondaggi, ci aspettavamo una presenza di minutaglia massiccia, cosa che invece non sarà rilevata, anche le prime ore di buio non sembrano portare ad una svolta, in questi momenti iniziano i dubbi e le mille domande in cerca di risposta, discutiamo con mio fratello, giungendo sempre alla solita conclusione, "eppure le condizioni sembrano esserci tutte", c'è lo ripetiamo a vicenda, cercando quel conforto che precede lo scoraggiamento, non sono le attese che ci spaventano, quanto la comprensione delle attese stesse, ed il mare non sembra suggerirci la chiave dell'enigma, egli al contrario, inizia a respirare meglio e a offrirci un impianto ancora più invitante, ciò non fa che aumentare il senso di frustrazione.
Poi finalmente dei timidi segnali, recupero una striscia di calamaro, palesemente attaccata da qualche discreto sparide, mentre vado in contro a mio fratello per comunicargli il fatto, anche lui mi conferma di aver ricevuto una bella tocca sulla corta distanza, a questo punto non resta che sperare che non sia un fuoco di paglia ma l'inizio del gioco.
Finalmente spiaggio un sarago, lo trovo impiccato e moribondo sulla PPT, è al limite del trattenibile, ma è pur sempre un ottimo riscontro, proseguiamo in questa direzione, e difatti, le esche iniziano a rilevare una discreta attività, non massiccia ma comunque evidente, decido di aumentare il volume degli inneschi, per incrementarne l'autonomia, teste di calamaro divise in due metà mi offrono un innesco a portata sia di grufolatore che di predatore, rinforzo le strisce con un innesco misto calamaro-granchio, sono granchietti verdi piccoli, che trapasso con un b980 del 2, così da offrire la striscia in alto e il granchio sulla curva.

Il mix sembra funzonare, diverse volte il granchio torna a riva distrutto, accantono il gambero dal momento che, a parte essere dilaniato da minutaglia, non stà sortendo gli effetti sperati. Il pesce c'è, ma sembra svogliato, spesso in questi casi aumentare il volume dell'innesco può sembrare paradossale, eppure, più volte, proprio con questo espediente sono riuscito a svoltare la battuta, probabilmente un'esca ben visibile e attrattiva appare più naturale e riesce ad allentare i freni inibitori, oltre che a resistere in acqua più a lungo spargendo il suo richiamo, perciò son fiducioso e proseguo su questa strada.
I riscontri non tarderanno, la PPT si piega visibilmente, inizio il recupero e avverto subito che dall'altra parte c'è qualcosa di interessante che non gradisce essere trascinato a riva, si difende con caparbietà, tanto che penso ad un orata o forse una discreta spigola, invece l'onda mi porge un bel sarago chilare, caduto sul mix calamaro-granchio. Molto bene, finalmente il mare ha deciso di concederci udienza, è il caso di insistere, l'umore è risollevato, ci sentiamo più leggeri e motivati, era ciò che aspettavamo.
Il vento cala e alterna momenti di stasi a momenti in cui soffia teso quanto basta a non far scendere il mare, che pompa costantemente in un ottimo equilibrio di correnti e mi dona un altro sarago mezzano, caduto su testa di calamaro, mio fratello sorride, è felice per questo, ormai quasi inaspettato, cambio di rotta , anche se lui è ancora a secco di catture, pur avendo sfiorato lo strike diverse volte.
Arrivati a tarda notte, l'attività, sembra calare vistosamente, è il momento di allentare un pò l'azione e riposare la schiena, visti gli inizi poco confortanti possiamo ritenerci fortunati, la mente è stata illuminata dal buio del cappotto e questo è sufficiente.
Dopo essermi sbragato sulla sabbia per un tempo indefinito, cerco di reagire alla stanchezza, le esche sono a mollo da un pò e urge un controllo, meglio non cedere ancora, mentre mi accingo a estrarre una canna dal picchetto noto qualche bella piega con successiva spiombata nell'altra accanto, mi piombo subito e inizio il recupero, c'è, penso subito ad un altro sarago ed invece, una reginetta più che chilare, fa capolino in battigia, presenza oltremodo gradita perchè ormai disattesa, non ha resistito al richiamo di una testa di calamaro su LA rovesciato.
Mio fraello viene destato dal suo riposino dalle mie imprecazioni, la mia forma personale per celebrare uno strike vincente, un modo forse per esorcizzare la tensione di un uscita tanto attesa quanto ricca di incognite, un uscita inizialmente sofferta, ma con dei risvolti positivì e perchè no direi anche meritati, seppur non pagati da carnieri da sogno e prede da record, dopo mesi passati ad aspettare le onde, preferendo un dignitoso silenzio, al baccano di quel circo di figuranti che impesta il web di improbabile forma e nulla sostanza, non aspettavamo altro che purgarci da questa indigestione di grottesca astrusità.
Possiamo ritenerci finalmente consapevoli di aver rotto il ghiaccio, come sempre ringraziamo il mare per le emozioni concesse e lasciamo che la mente voli libera e leggera, pronta per la prossima avventura.







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