martedì 14 luglio 2015

Forma Mentis

Il surf ha i suoi tempi, si sa, non lo si può forzare, non lo si può piegare al nostro volere, ogni tentativo di voler uscire dai binari si rivela sempre fuorviante, la strada è quella, non son previste scorciatoie, sempre che non si voglia scantonare dalla buona fede, ma al surf queste libere interpretazioni non piacciano, il surf deve rimanere surf e noi che al surf dobbiamo tanto, lo rispettiamo e ci adeguiamo.
Le onde cullano e crescono il surfcaster, è nelle onde che egli cerca la sfida, spesso queste gli si concedono, donandogli i frutti che segretamente celano all'interno.
E' un rapporto simbiotico, le onde stanno li, seguono il loro naturale decorso, non aspettano il pescatore, è il pescatore che aspetta loro, pensa e si muove, gode o soffre tramite esse, ma quando queste non si concedono, tornando ad assopirsi nella placida superficie del mare?
Quando il surf sia allontana, il surfcaster svanisce nella quiete del mare cristallino? Si astrae in una sorta di letargo dionisiaco?

Probabilmente la risposta più logica è "si", l'operare del surfcaster non può prescindere da quei fenomeni meteomarini che appunto lo classificano e lo definiscono, ma sarebbe riduttivo e semplicistico pensare che il surfcasting inquadri in se una semplice definizione di specifica tecnica di pesca.
Le onde non sono solo masse inerti, le onde sono fonte di ricchezza e questa ricchezza il surfcaster la custodisce anche quando le onde hanno smesso di rombare, perchè sono dentro, sono nell'intimo, sono l'abito che veste il prorpio io di pescatore, questo modo di percepire il surf e non solo, si chiama "forma mentis".
La forma mentis, è per il surfcaster come l'orecchio per il musicista, come il palato per lo chef, lo scalpello per lo scultore....
E' la capacità di approciarsi al mare con uno spirito ben delineato, così come lo scultore saprà guidare lo scalpello in base alla pietra che ha davanti, cosi il surfcaster, guiderà la sua ricerca e spingerà le sue intenzioni anche in un quadro diverso da quello che lo contraddistigue.
Egli saprà comprendere e scindere i diversi contesti, egli porterà sempre rispetto alla disciplina, ma la porterà con se e perchè la discpilina ha nutrito e innalzato la sua forma mentis, ed il surfcaster, forse inconsapevolmente, non se ne potrà allontanare.
Potrebbe sembrare un eresia, ma surfcaster non è "solo onde", surfcaster è puntare al massimo con a disposizione il minimo.
Il caldo e la quiete estiva, non ne frena, le mire , ne frena forse l'entusiasmo, ne limita sicuramente l'estro, ma egli saprà comunque riscattarsi, saprà, tendere l'orecchio, così come le onde gli hanno insegnato, saprà che rivolgere le sue insidie a ad avversari degni del suo talento, sarà uno sforzo al quale il mare non rimarrà sordo, l'ambizione verrà ripagata proporzionalmente all' umiltà.
A casa resta sicuramente quell'insieme di ingredienti che rendono magica l'atmosfera del surf, ma vengono dietro gli attrezzi, la tecnica, ma soprattutto le mire.

Il grosso grufolatore, il predatore pelagico, saranno gli obbiettivi del surfcaster, che si cimenta nella pesca a fondo, le piccole specie di galla o i piccoli grufolatori, faranno parte del prezioso parco esche, questà sarà l'unica giustificazione ad una loro ricerca.
Il lancio rimane un alleato prezioso, sopprattutto in determinate circostanze, così pure alcune soluzioni teminalistiche che non vanno a riposo nella cassetta del surf.
Il surf si rilassa, il mare si culla dolcemente sotto l'alito delle brezze, il pabulum germoglia ed esplode in un tripudio di vita, lo spirito del surfcaster invece, si alleggerisce, si srgolla il peso del gelo invernale, ma il riposo può aspettare.

Nessun commento :

Posta un commento